1385 23 Aprile Atto notarile rogatia di sentenza in Pavia

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1385, aprile 23. Cherasco (CN); nel testo:”Actum in pedemontium, inloco Claraschi…”. á
Documento membranaceo di grandi dimensioni, consistente in quattro pergamene, di diverso formato, unite tra di loro con un collante naturale: atto pubblico di carattere giuridico- amministrativo.
REGESTO
Nell’abitazione del nobile Luchino de Ruschi, “Capitanus pedemontium”, il notaio Ughino “de Marzalescho” di Novara, del fu Guidetto, abitante di Pavia, in nome e con l’autorità del nobile Antonio de Porri, conte di Pollenzo, alla presenza, oltre del Capitano Luchino, del giudice Bonomino de Sabulie, abitante a Cherasco, di Pietro de Casselli di Pavia, vicario del Podestà di Cherasco, del conte Antonio di Lonate,”provixionato a Lauzijs”, e di Tachino de Vingello, Podestà di Pollenzo, redige e roga un atto pubblico che sancisce la definitifa
sentenza della causa sorta circa la proprietà, il possesso ed uso di terreni agricoli pedemontani, dettagliatamente descritti ed elencati, posti in confine tra gli abitati di Cherasco e Pollenzo e contesi tra Berbardino Filippo Saladino, Franceschino e Jacopo “de Poschapalio” ed altri singoli abitanti del luogo, e tra la Comunità Montana di Pollenzo, a cui la sentenza assegna la vittoria della causa, rifacendosi anche a quanto già stabilito in un documento del 27 dicembre 1384, in cui il conte Antonio de Porri, investiva di quei terreni la Comunità Montana, a riprova della reiterata volontà di favorire il Comune rurale e non di incoraggiare la frammentazione del feudo in singoli appezzamenti, che i contendendi sconfitti speravano di “laicitiare”.
NOTE PALEOGRAFICHE E DIPLOMATICHE
Il documento è redatto in un bello e tipico esempio di minuscola cancelleresca, scrittura due-trecentesca, caratterizzata da aste verticali raddoppiate, da occhielli “a bandiera” e svolazzi “a proboscide”, qui dal ductus corsivo ed il tratteggio fluido, omogeneo e regolare nel modulo. Sul verso si nota un non coevo regesto del documento, probabilmente di una mano del XVI secolo. Dal punto di vista diplomatico il lungo testo del documento presenta un articolato e completo formulario giuridico, con indicazioni molto dettagliate e precise.
La sottoscrizione notarile è preceduta dal bel Signum tabellíonís personale del notaio rogatario del documento, completano all’interno dalla abbreviazione del suo nome: “U.g. de Ma.”.
Dott.ssa Loretta Piccinini
(mcdz2).


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